1. LA PARRUCCHIERA.
Porto i capelli cortissimi da sempre e ormai da non so quanto tempo me li taglio e tingo da sola. Non sopporto andare dalla parrucchiera, in vita mia non ne sono mai uscita soddisfatta. Passare tre ore con una tipa che si preoccupa perché teme che mio marito mi sgriderà quando tornerò a casa con i capelli rasati anche no. E poi la tinta che mi costa come se avessi i capelli di Jessica Rabbit e farmi pagare la piega è veramente una presa per il culo.
2. L'ESTETISTA.
I massaggi anticellulite potrebbero funzionare su di me solo se a farmeli fosse San Gennaro in persona, ma credo che anche lui si troverebbe in difficoltà.
Per i peli ho trovato il mio equilibrio: una lametta Bic ad una lama, della serie rischio il suicidio per dissanguamento, ma se ci prendi mano ci metti 3 minuti senza feriti gravi e passa la paura. Certo che se non la passi spesso potresti essere scambiata per una spazzola lustrascarpe.
Per i baffi la storia è semplice: una confezione di strisce mi basta per più di un anno, il dolore è lo stesso e pure il risultato.
3. L'ERBORISTERIA
Betulla, finocchio, tarassaco...tisane che promettono miracoli. Certo, è vero. Ma nessuno ti dice che dovresti bere almeno 2 litri di
brodaglia al giorno. Due litri per ogni tipo. Per tutta la vita.
E la crema alla cacca di cammello che ti liscia la faccia come un ferro da stiro?
Se vogliamo aiutarci con la natura sono d'accordo, ma non diciamo cazzate grosse.
4. LA MERCERIA
Premessa:
a malapena attacco un bottone. Se ho un calzino bucato lo butto, vado dai cinesi e me ne ricompro un paio nuovo. Magari arricchiti di plutonio che quando li togli al buio fanno le scintille e succede qualche scissione nucleare che il CERN se la sogna.
Ci "devo" andare solo una volta l'anno, per la recita di Natale di Diego. O meglio, ci dovevo andare. Perché questo è l'ultimo anno delle elementari e di conseguenza l'ultima recita (e qui parte il coro "Alleluja, allelujaaaaaaaa"). Sono andata al negozio di merceria ieri mattina. Un'esperienza extracorporale. Davanti a me c'erano 6 dico sei persone in fila, praticamente il 2% della popolazione del mio paese. A farla breve, tra stoffe e merletti, ho aspettato un'ora e mezza. C'è stata anche una che ha passato dieci minuti netti a scegliere tre strass per l'importo esorbitante di 60 centesimi, che io per quella cifra non ti do nemmeno un calcio in culo. E invece la proprietaria era gentilissima e molto interessata al lavoro che doveva fare la sua cliente. Queste donne in fila davanti a me sembravano bambini in un negozio di caramelle, si guardavano intorno con le stelline negli occhi. Si raccontavano dei lavori che stavano facendo, chi una gonna, chi un maglioncino, chi le scarpette da notte (siamo nell'800???). Il mio cervello si è staccato da solo come il contatore della luce quando accendi lavatrice e forno insieme. Non ce l'ha fatta ed ha staccato l'interruttore generale. Al mio turno, nonostante dovessi prendere 5 cose diverse, ci ho messo 6 minuti. Ma quella strana sono io.