Non amo la frutta e la verdura.
Salutisti e nutrizionisti di tutto il mondo aspettate un attimo prima di puntare il dito contro il mio pensiero. Fatemi spiegare, poi magari penserete che sono pazza. O un genio, decidete voi.
Dai, sinceramente, a chi piace la verdura?
Cioè...ok la mangio, ma se posso scegliere tra pizza e verdura non c'è storia!
E la storia non c'è neanche tra pasta e verdura, carne e verdura, panino e verdura, formaggio e verdura, dolci e verdura.....
E poi ho scoperto che la fetta di iceberg dentro il BigMac non conta.
E nemmeno l'insalata russa.
La verdura è buona, diciamolo, solo se ben condita o aggiunta ad altri cibi predominanti.
Ma se consideriamo la quantità necessaria per far star bene il nostro corpo...siamo lontani anni luce.
Idem per la frutta.
Banana split a parte, che ho scoperto con gran rammarico non far parte della categoria, non mangio frutta.
Almeno non tutti i giorni e non nelle quantità raccomandate.
Non conta l'abbuffata di cocomero nell'afa di una serata d'agosto, o la scorpacciata di ciliegie che con quello che costano posso permettermela solo una volta all'anno, come una vacanza.
Perchè, ecco, il punto è anche questo.
Ai tempi dei miei nonni si mangiava prevalentemente frutta e verdura. Non per piacere, è che la carne era un cibo da ricchi e le pance si riempivamo con pane, verdura e frutta, che si trovavano in abbondanza a costo zero.
Adesso, se vado al supermercato, mi costa meno un chilo di macinato che un chilo di peperoni. E neanche c'è bisogno che dica che con un chilo di macinato ci vengono tante di quelle polpette buone...alla faccia dei peperoni.
Oltre al prezzo assurdo, c'è il discorso tempo. Per preparare le verdure, insalata a parte, ci vuole tempo. Lava, taglia, cuoci...per cosa poi? Mangiare verdure???
Il problema è che fanno bene.
Non bisogna essere luminari della nutrizione, ormai lo sappiamo benissimo.
Contengono vitamine e sali minerali indispensabili al nostro organismo.
Ecco la mia teoria: se posso sostituire frutta e verdura che non amo particolarmente e che comunque non mangerò mai nelle quantità consigliate, con una pillola che mi garantisce il perfetto apporto giornaliero di vitamine, perchè no?
Lo sfizio di mangiare una buona fragola me lo posso prendere ugualmente, ma intanto il mio corpo funziona bene grazie alla pillola.
Sono una pazza?
Forse.
O forse il mio cervello ragiona male perchè è carente di vitamine.
Beato chi c'ha 'n occhio
Troppe domande, poche risposte. Pensieri e osservazioni di un'eterna ottimista.
lunedì 13 marzo 2017
sabato 31 dicembre 2016
Un unico proposito...
...non finire a Villa Fastiggi*!!
Scherzi a parte, mai come quest'anno per me vale il detto "Anno nuovo, vita nuova".
Da lunedì inizio a lavorare a tempo pieno.
Grande occasione, bella opportunità, tanta paura.
Di rimettermi in gioco dopo 8 anni (otto anni???!!!).
Di sconvolgere tutti gli equilibri precari della mia vita.
Nuova gestione della famiglia, della casa, degli impegni di Diego.
Non nascondo che questa paura ha assillato la mia mente negli ultimi mesi.
Poi ci si è messo pure il terremoto che ha lesionato la mia casetta in montagna, che è (era) il mio rifugio dal mondo.
Non ho retto e la mia testa ha fatto "TILT".
Mi sono lasciata sopraffare dalla tristezza senza reagire e ho vegetato inebetita per troppo tempo.
Non è da me, ma è successo.
E per uscirne fuori il primo passo è parlarne.
E dove se non qui?
Adesso sto meglio, grazie anche alla pazienza di Simone che mi ha supportato e sopportato con infinita dolcezza.
Ho cominciato a far pace con i fantasmi della mia testa.
La casa è andata, me ne devo fare una ragione.
E il lavoro è una grande opportunità che non posso e non voglio lasciarmi scappare.
Rimugino sugli orari, sugli impegni. Riuscirò ad incastrare tutto? La mia testa mi assisterà o mi lascerà a piedi?
Al solito: troppe domande e poche risposte.
Ma lunedì si aprono le danze.
E io ho voglia di ballare...
Vi auguro un 2017 ricco di belle sorprese!
*Villa Fastiggi è il quartiere di Pesaro che ospita un carcere femminile ;-)
sabato 12 novembre 2016
La cooperativa
Ultimamente sembra che vada di moda rompermi le palle infastidirmi.
Provocazioni su provocazioni, martellamenti e violenze psicologiche.
Finisce uno, comincia un altro.
Credo che a mia insaputa sia nata la cooperativa "ROMPEREAPAT".
Sì è vero che sono stressata (chi non lo è?), più che altro è che i motivi del mio scazzo sono sempre gli stessi e non dipendono da me.
Gli altri mi scagliano addosso le loro ansie, paure, pensieri, problemi.
Forse credono che io abbia la soluzione a tutti i loro mali.
O forse loro si scaricano, ma riempiono il mio sacco che non è nemmeno tanto grande e tracimando tira fuori il peggio di me.
Avrei voglia di stare da sola chiusa in una stanza per almeno dieci giorni, nutrirmi a pizza rigorosamente dal cartone e pure da sdraiata.
Senza contatti con il mondo esterno.
Dormire, riposare, mangiare, respirare.
Nient'altro.
Invece mi ritrovo a pensare a quando potrò avere un'ora libera da passare da sola inebetita sul divano.
Va via qualcuno e puntualmente arriva qualcun altro. Se proprio non si riesce a mandarmi qualcuno fisicamente arriva la classica telefonata rompipalle.
Con un sincronismo perfetto che manco la staffetta 4x100 giamaicana alle Olimpiadi.
Non sono stronza, non sono cattiva.
Ho solo bisogno di respirare.
Provocazioni su provocazioni, martellamenti e violenze psicologiche.
Finisce uno, comincia un altro.
Credo che a mia insaputa sia nata la cooperativa "ROMPEREAPAT".
Sì è vero che sono stressata (chi non lo è?), più che altro è che i motivi del mio scazzo sono sempre gli stessi e non dipendono da me.
Gli altri mi scagliano addosso le loro ansie, paure, pensieri, problemi.
Forse credono che io abbia la soluzione a tutti i loro mali.
O forse loro si scaricano, ma riempiono il mio sacco che non è nemmeno tanto grande e tracimando tira fuori il peggio di me.
Avrei voglia di stare da sola chiusa in una stanza per almeno dieci giorni, nutrirmi a pizza rigorosamente dal cartone e pure da sdraiata.
Senza contatti con il mondo esterno.
Dormire, riposare, mangiare, respirare.
Nient'altro.
Invece mi ritrovo a pensare a quando potrò avere un'ora libera da passare da sola inebetita sul divano.
Va via qualcuno e puntualmente arriva qualcun altro. Se proprio non si riesce a mandarmi qualcuno fisicamente arriva la classica telefonata rompipalle.
Con un sincronismo perfetto che manco la staffetta 4x100 giamaicana alle Olimpiadi.
Non sono stronza, non sono cattiva.
Ho solo bisogno di respirare.
martedì 11 ottobre 2016
E la stronza sono sempre io...
Ormai c'ho questa etichetta.
Stronza.
Non sempre in senso negativo, per carità.
Come se ci possa essere un lato bello nell'essere stronzi.
Stronza nel senso combattiva, con la situazione in pugno, che non si fa pestare i piedi.
Bello, ma sempre stronza rimango.
Ci stavo quasi facendo l'abitudine.
Se serve prendere il toro per le corna, ecco Pat.
Se c'è bisogno di dire a qualcuno che così non si fa, ecco Pat.
Se c'è bisogno di farsi rispettare, ecco Pat.
Ecco, Pat.
Pat si è rotta i coglioni di essere quella che non è. O almeno non lo è così tanto.
E' che molte persone che mi circondano sono bravissime a tirar fuori il peggio di me.
Mi fanno talmente incazzare, infuriare, o semplicemente mi torturano psicologicamente che esce fuori una brutta bestia che è dentro di me.
Fa comodo a tutti avere quella che fa la stronza al posto tuo.
In qualche libro ho letto una frase che più o meno dice che tutti abbiamo dentro due lupi, uno buono e uno cattivo, dipende da quale decidiamo di nutrire.
Ecco, il mio lupo nero è obeso.
Ma non posso dare la colpa agli altri per averlo nutrito a carboidrati e grassi saturi.
Sono io che ho permesso loro di farlo.
Ho fatto il loro gioco.
Ci sono cascata come una stupida.
Ma non mi fregano più.
Mi dispiace, belli.
Da oggi il mio lupo nero morirà di fame.
GAME OVER!
giovedì 6 ottobre 2016
Come sarebbe facile crescere figli mediocri...
Questa riflessione viene dai post della Puff e da questi ultimi mesi di mia esperienza personale.
Diego ha undici anni, nell'ultimo mese ha cambiato scuola (adesso è alle medie) e squadra di calcio (per comodità). E' stato una settimana a Malta in vacanza-studio, lui che non aveva mai dormito una notte fuori casa nemmeno dalla nonna.
Quindi tempo di cambiamenti, nuove amicizie, nuovi professori, nuovo allenatore e nuove esperienze. Io sinceramente era un po' preoccupata, ma come al solito mi ha stupito. Ha affrontato tutto con una maturità e una naturalezza che gli ammiro. E naturalmente ci sono stati dei momenti di difficoltà.
"Quel prof non è tanto simpatico..."
"L'allenatore è troppo severo..."
"Ma Pinco non diceva di essere mio amico?"
E io lì ad ascoltare lamentele su prof. e allenatore, amici più o meno veri.
Tantissime ore passate a consolarlo, spronarlo, farlo ragionare, dargli ragione e il più delle volte dargli torto.
Perchè non è dandogli sempre ragione che lo farò crescere bene, perchè difenderlo sempre a prescindere è sbagliato.
Cerco di insegnarli tanti bei principi, trasmettergli tanti bei valori.
O almeno ci provo.
Vorrei solo che capisse le sue grandi qualità e che imparasse a rispettarsi e a farsi rispettare.
A capire che non sempre il mondo è un bel posto e non sempre le persone sono carine e simpatiche, ma che dipende da lui come li vuole affrontare.
A non scappare mai dalle situazioni, ma affrontarle a testa alta.
Ecco... fare questi discorsi con un undicenne, per di più molto sensibile, non è per niente semplice. Significa avere pazienza, taaaanta pazienza.
Significa usare la dolcezza e la comprensione, ma nello stesso tempo spronarlo a reagire.
Significa litigare perchè non gli do ragione, perchè mi ci metto pure io a complicare le cose.
Significa musi lunghi e pianti.
Significa mettersi in discussione come persona, come metodo di educazione.
E a questo proposito mi è venuto in mente:
"Ma quanto sarebbe facile crescere un figlio mediocre?"
"Mamma l'allenatore è troppo severo, mi ha anche ripreso mentre facevo un esercizio!"
"Cosa? Che stronzo!! Come si permette??? Se continua così cambiamo squadra!!!"
"Mamma la prof mi ha corretto una parola sulla verifica, ma l'avevo scritta bene! Mi ha detto che la prossima volta devo imparare a scrivere meglio!"
"Che troia la prof! Ma adesso non ti preoccupare ci vado a litigare e sistemo tutto"
Tre minuti e tutto sistemato.
Nessuna litigata. Nessuna discussione lunga ore.
Un figlio mediocre senza muso lungo. E pure contento.
Diego ha undici anni, nell'ultimo mese ha cambiato scuola (adesso è alle medie) e squadra di calcio (per comodità). E' stato una settimana a Malta in vacanza-studio, lui che non aveva mai dormito una notte fuori casa nemmeno dalla nonna.
Quindi tempo di cambiamenti, nuove amicizie, nuovi professori, nuovo allenatore e nuove esperienze. Io sinceramente era un po' preoccupata, ma come al solito mi ha stupito. Ha affrontato tutto con una maturità e una naturalezza che gli ammiro. E naturalmente ci sono stati dei momenti di difficoltà.
"Quel prof non è tanto simpatico..."
"L'allenatore è troppo severo..."
"Ma Pinco non diceva di essere mio amico?"
E io lì ad ascoltare lamentele su prof. e allenatore, amici più o meno veri.
Tantissime ore passate a consolarlo, spronarlo, farlo ragionare, dargli ragione e il più delle volte dargli torto.
Perchè non è dandogli sempre ragione che lo farò crescere bene, perchè difenderlo sempre a prescindere è sbagliato.
Cerco di insegnarli tanti bei principi, trasmettergli tanti bei valori.
O almeno ci provo.
Vorrei solo che capisse le sue grandi qualità e che imparasse a rispettarsi e a farsi rispettare.
A capire che non sempre il mondo è un bel posto e non sempre le persone sono carine e simpatiche, ma che dipende da lui come li vuole affrontare.
A non scappare mai dalle situazioni, ma affrontarle a testa alta.
Ecco... fare questi discorsi con un undicenne, per di più molto sensibile, non è per niente semplice. Significa avere pazienza, taaaanta pazienza.
Significa usare la dolcezza e la comprensione, ma nello stesso tempo spronarlo a reagire.
Significa litigare perchè non gli do ragione, perchè mi ci metto pure io a complicare le cose.
Significa musi lunghi e pianti.
Significa mettersi in discussione come persona, come metodo di educazione.
E a questo proposito mi è venuto in mente:
"Ma quanto sarebbe facile crescere un figlio mediocre?"
"Mamma l'allenatore è troppo severo, mi ha anche ripreso mentre facevo un esercizio!"
"Cosa? Che stronzo!! Come si permette??? Se continua così cambiamo squadra!!!"
"Mamma la prof mi ha corretto una parola sulla verifica, ma l'avevo scritta bene! Mi ha detto che la prossima volta devo imparare a scrivere meglio!"
"Che troia la prof! Ma adesso non ti preoccupare ci vado a litigare e sistemo tutto"
Tre minuti e tutto sistemato.
Nessuna litigata. Nessuna discussione lunga ore.
Un figlio mediocre senza muso lungo. E pure contento.
lunedì 8 agosto 2016
Quando vai in ferie?
Succede che è agosto.
Sei in ferie? E quando vai in ferie? E il mare? Quando vai al mare? E in montagna? Quando vai in montagna?
Succede che ho ricominciato a lavorare.
A luglio.
Che per una che sta "a spasso" da diversi anni è una manna dal cielo.
Faccio quello che mi piace, nel modo in cui mi piace, con persone che mi piacciono, a 100 m da casa mia.
Pure part-time.
Praticamente dovrei pagare io per fare questo lavoro...
E allora, di che mi lamento?
Semplice: della gente che continua a preoccuparsi di quando andrò in ferie.
Ecco, adesso respiro e cerco di non dire troppe parolacce...
Ma porca di quella troia maiala, sono sette anni che sto in ferie forzate!!! Mi sembra che mi sia riposata abbastanza, no??? Ogni volta rompete i coglioni con 'sta crisi, con il lavoro che non si trova, con le ditte che chiudono...Io vi dico che ho trovato lavoro (pure senza cercarlo) e voi vi preoccupate che passerò agosto a lavorare???
Fatemi un grosso piacere:
andate a fanculo!!
Voi, agosto e le ferie.
E scusate i francesismi.
venerdì 8 luglio 2016
La cazzata della prova costume
Vivo a 10 km dal mare, quindi la mia prova costume in realtà comincia con i primi caldi.
Che può essere giugno, ma anche fine aprile.
E non è giusto, perché chi vive in città e il mare lo vede solo una settimana ad agosto ha più tempo per prepararsi.
Io praticamente posso permettermi di essere ciccia bomba e cellulitica solo per i mesi invernali.
E non è mica facile.
Scherzi a parte sapete cosa penso realmente della prova costume e di queste stronzate in generale.
Ma ieri sera ho visto per l'ennesima volta la pubblicità delle compagnie telefoniche.
Orde di ventenni magre, toniche, col culo di marmo e le tettone all'insù. Ecco se io non vivessi vicino le spiagge penserei che se metto piede sul bagnasciuga farei la figura del cesso di turno a presentarmi in mezzo a quelle strafighe con il pareo che mi copre il culone (ndP: io sta cosa del pareo non l'ho mai capita, se c'hai il culone si vede anche se coperto dal tendone del circo...mah).
Ecco... la pubblicità mina la nostra autostima, ci fa vedere una realtà che non esiste.
Se stamattina andassi in spiaggia troverei nell'ordine:
- le anziane signore che passeggiano con l'acqua fino ai polpacci per le vene varicose, tutte intente a sparlare delle loro vicine di casa che chissà perché hanno sempre una figlia mignotta o un figlio spacciatore.
- Neo mamme con passeggino, piscinetta, secchiello, ombrellone, ventinove cambi, frigobar, bombe a mano e trick e track. Che anche se hanno dieci chili in più non si vede tanto sono sommerse di cose.
- Quarantenni che ancora non hanno saputo che i venti sono passati da un bel po', anzi sono raddoppiati. E continuano a mettere il tanga della stessa misura e dello stesso colore. Beata innocenza.
- Uomini e donne di tutte le età e di tutte le taglie. Alcune assomigliano veramente a quelle della pubblicità, ma, credetemi, sono la minoranza.
Vorrei lanciare un appello ai pubblicitari: lo so che il bello vende, è la dura legge del mercato.
Ma chi l'ha detto??
Fatevi un giro sulle nostre spiagge e per una volta, solo una eh, mostrate in tv la realtà.
Che non è poi così schifosa come sembra. :-)
Intanto vi lascio con il video di quella che reputo una delle migliori pubblicità di sempre...
Che può essere giugno, ma anche fine aprile.
E non è giusto, perché chi vive in città e il mare lo vede solo una settimana ad agosto ha più tempo per prepararsi.
Io praticamente posso permettermi di essere ciccia bomba e cellulitica solo per i mesi invernali.
E non è mica facile.
Scherzi a parte sapete cosa penso realmente della prova costume e di queste stronzate in generale.
Ma ieri sera ho visto per l'ennesima volta la pubblicità delle compagnie telefoniche.
Orde di ventenni magre, toniche, col culo di marmo e le tettone all'insù. Ecco se io non vivessi vicino le spiagge penserei che se metto piede sul bagnasciuga farei la figura del cesso di turno a presentarmi in mezzo a quelle strafighe con il pareo che mi copre il culone (ndP: io sta cosa del pareo non l'ho mai capita, se c'hai il culone si vede anche se coperto dal tendone del circo...mah).
Ecco... la pubblicità mina la nostra autostima, ci fa vedere una realtà che non esiste.
Se stamattina andassi in spiaggia troverei nell'ordine:
- le anziane signore che passeggiano con l'acqua fino ai polpacci per le vene varicose, tutte intente a sparlare delle loro vicine di casa che chissà perché hanno sempre una figlia mignotta o un figlio spacciatore.
- Neo mamme con passeggino, piscinetta, secchiello, ombrellone, ventinove cambi, frigobar, bombe a mano e trick e track. Che anche se hanno dieci chili in più non si vede tanto sono sommerse di cose.
- Quarantenni che ancora non hanno saputo che i venti sono passati da un bel po', anzi sono raddoppiati. E continuano a mettere il tanga della stessa misura e dello stesso colore. Beata innocenza.
- Uomini e donne di tutte le età e di tutte le taglie. Alcune assomigliano veramente a quelle della pubblicità, ma, credetemi, sono la minoranza.
Vorrei lanciare un appello ai pubblicitari: lo so che il bello vende, è la dura legge del mercato.
Ma chi l'ha detto??
Fatevi un giro sulle nostre spiagge e per una volta, solo una eh, mostrate in tv la realtà.
Che non è poi così schifosa come sembra. :-)
Intanto vi lascio con il video di quella che reputo una delle migliori pubblicità di sempre...
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