mercoledì 29 ottobre 2014

Niente scuse

Ormai sono diventata l'imperatrice delle domande senza risposta.
E' da qualche giorno che mi gira questa:
"Quanto siamo il risultato del nostro passato?" ovvero
"Quanto il nostro vissuto ha influenzato il nostro carattere, le nostre scelte, il nostro modo di porci? Quanto invece ci nascondiamo dietro ad esso?"

Un'infanzia infelice, la perdita di qualche persona cara, situazioni spiacevoli, ristrettezze economiche, brutte compagnie sicuramente possono aver influenzato chi siamo diventati oggi.
In un certo senso possiamo affermare che chi siamo oggi lo dobbiamo a chi siamo stati ieri.
Ma fino a che punto quello che abbiamo vissuto ci può giustificare?
Sempre più spesso sento "discolpare" certi comportamenti spiacevoli con il fatto che quella persona ha avuto un passato difficile.
E quindi?
Ha il diritto di essere stronzo?
Può permettersi di essere maleducato o prepotente?
Gli hanno rilasciato una licenza?
Tutti, chi più chi meno, ha avuto esperienze amare, ma questo non può costituire un alibi.
Conosco molto da vicino persone che hanno attraversato veramente il dolore e la merda il fango, che potrebbero tranquillamente diventare serial killer, ne avrebbero tutto il diritto, avrebbero delle belle giustificazioni. Eppure sono persone eccezionali.
Se invece di piangerci addosso scusando i nostri difetti, ci rimboccassimo le maniche guardando avanti, tutti potremmo diventare delle persone eccezionali.
E gli stronzi, sono stronzi e basta.
Non c'è passato che tenga.
Dalle mie parti c'è un detto:
"Se nasci poretto (povero) te puoi 'rricchì (arricchire), ma se nasci stronzo mori (muori) cuscì (così)!"

martedì 28 ottobre 2014

Ammazzate i miei sogni

Ho sonno. Perenne.
La mia indole pigrissima non aiuta certamente.
Non c'entra niente l'andare a dormire tardi o lo svegliarsi presto.
La sera crollo come una bambina e la mattina mi sveglio ad un orario decente.
Qual è il problema, allora?
E' più di un mese che faccio sogni surreali.
Non incubi, niente di mostruoso o spaventoso.
Ma sogni stranissimi che al mattino mi lasciano quel senso di impotenza e pesantezza che mi porto dietro per tutta la giornata.

Il filo conduttore di tutti è che devo andare in un posto lontanissimo, sono in ritardo e il mio mezzo di locomozione è farlocco: una bici con un manubrio stranissimo, una macchina senza benzina, a piedi per km e km.
E io che mi armo di santa pazienza (e incoscienza??) e parto.
Di solito devo attraversare delle porte o dei passaggi che sembrano strettissimi e invece ci passo tranquillamente.
Oppure devo comporre un numero di telefono e non riesco, sbaglio i tasti e devo ricominciare a digitare.
Il tutto accade in un mondo irreale costituito da un collage di luoghi a me conosciuti e altri di fantasia, popolato da persone che conosco, familiari o semplici conoscenze di tantissimi anni fa.
Come finisce?
Non lo so, perché a mano a mano che il sogno si sviluppa cambia l'obiettivo.
Lo scopo non è più arrivare in quel posto, ma fare qualcos'altro.
Senza senso.
Anche Freud andrebbe in paranoia se glieli raccontassi.
So solo che vorrei dormire senza sognare.
Kill my dreams!

martedì 21 ottobre 2014

Sento...

"Che palle 'sto telefonino!!!" lamentando l'invadenze dello squillo in una conversazione.
Ma sono colti da infarto al miocardio se la batteria sta per scaricarsi.

"Siamo proprio in piena crisi, non riesco ad arrivare a fine mese e i soldi non ci bastano più neache per mangiare. Oh scusa, mi squilla il telefono..." e tirano fuori l'ultimo modello appena sfornato dalla Silicon Valley.

"Sabato ci tocca andare al catechismo e domenica ci tocca andare alla messa".
E io che credevo che 'ci tocca' si potesse usare solo con il verbo morire.

"Blablablablablablablablablablablablabla...".
Sento commenti troppo superficiali su argomenti troppo seri.
Sento pettegolezzi e frecciatine gratuite, troppo gratuite.
Sento gente aprir bocca credendosi un candidato al prossimo premio Nobel.
Sento persone parlare propio quando dovrebbero tacere.

 "..."
Sento persone tacere propio quando dovrebbero urlare.

mercoledì 15 ottobre 2014

Infissi

Chiusa una porta,
si apre un portone.

Chiuso un portone?
Si apre un....
VAFFANCULO!!

martedì 7 ottobre 2014

Il mio problema (uno dei tanti)

Uno dei miei problemi è questo maledetto animo da crocerossina.
Sono attratta dalle persone con problemi, con angosce, con paure e vite incasinate.
O forse sono loro che sono attratte da me.
O, ancora, qualcuno ci fa incontrare o quello che volete voi.
E' che io c'ho sempre creduto.
Di poter cambiare il mondo intendo.
Forse il mondo intero no, ma cambiare la giornata a qualcuno a me vicino sì.
Cambiare in meglio, si spera.
Fatto sta che la mia empatia non mi permette di girare la testa altrove, di fregarmene, così mi ritrovo invischiata in giornate "pesanti".
Sono una tipa che ascolta.
Mi immedesimo nelle situazioni, soffro e mi incazzo.
Non so dare buoni consigli, non ne ho nemmeno il diritto.
Ma magari posso provare a vedere la situazione da un punto di vista esterno e, soprattutto, sempre con tanta sincerità (che a volte fa male).
Mi piace credere che forse, anche grazie al mio ascolto, certe persone si sentono più serene.
Perché i miracoli non li fa più nessuno da tanti anni, ma so che a volte per alleviare le angosce di qualcuno bastano solo due orecchie, un po' di attenzione e un caldo abbraccio.
Adesso il problema è che tantissime persone parlano con me "solo" dei loro problemi, non perché posso farci niente ma perché si sentono meglio dopo essersi sfogate.
Se da una parte questo mi fa sentire "importante", dall'altra mi mette al tappeto.
Perché ho veramente tanto bisogno di leggerezza.
Due chiacchere senza temi seri e sentimenti.
Puro cazzeggio.
Risate e leggerezza.
Ottimismo e simpatia.
Perché anche le crocerossine, ogni tanto, hanno bisogno di ferie

venerdì 3 ottobre 2014

Vedo...

Vedo amiche ridere insieme, darsi pacche sulle spalle, baci e abbracci;
vedo le stesse amiche che appena si voltano di spalle si pugnalano con una ferocia che Hannibal in confronto è mago Zurlì.

Vedo mamme accompagnare i figli alla partita di calcio con tacchi a spillo e pantaloni bianchi;
vedo le stesse mamme barcollare pericolosamente a rischio frattura femore sulla stradina imbrecciata davanti gli spogliatoi e poi mettere un fazzoletto di carta sulle gradinate per non sporcarsi il culo.

Vedo gente sgomitare per farsi notare e quando finalmente qualcuno si accorge di loro non hanno niente da dire.

Vedo la tassa dei rifiuti triplicare, così come lo sbattimento per la raccolta differenziata, la casa piena di buste, sacchetti, contenitori vari e nessuno che mi levi dalla testa che fuori dalla mia porta butteranno tutto nella stessa buca chissà dove.

Vedo persone che non sanno perdere, che preferiscono trovare mille scuse piuttosto che ammettere che forse, ma solo forse, qualcuno è meglio di loro nel fare qualcosa.

Vedo la prepotenza di chi usa la crisi per fare lo stronzo con i dipendenti, tanto non hanno di meglio dove andare.
Vedo dipendenti che magari sotto un ponte mangiando pane e cipolla a vita, ma lo stronzo con me non lo fai.

Vedo bellissime donne che si truccano talmente tanto che in confronto Moira Orfei sembra una ragazza acqua e sapone.

Vedo la mail piena di gente che vuole regalarmi soldi, lavori extra da duemila euro al mese, occasioni imperdibili.
Vedo che nonostante queste grandi opportunità continuo a faticare ad arrivare a fine mese.

Vedo che c'è chi non vive un giorno senza sapere cosa ha fatto oggi Belen.
Vedo che ci sono giornalisti che forse da giovani avevano grandi aspirazioni, ma si ritrovano a dover contare quante volte va a pisciare Belen, suo figlio o quel demente del marito.

A volte basterebbe solo chiudere gli occhi...