lunedì 26 ottobre 2015

Di dieta, amore e Nutella.

Devo dimagrire.
Lo dico in continuazione ma non lo faccio mai.
Dicono che ti deve scattare una molla per cui ti fai schifo e vuoi cambiare.
Ecco il problema.
Io mi piaccio anche se oggettivamente ho qualche tanti troppi  alcuni chili in più.
Mi voglio bene, di un bene immenso che potrebbe sembrare presunzione.
Non sono bella, lo so. Ma mi piaccio e questo è fondamentale.
Pensavo a mio marito che qualche anno fa pesava 111 kg.
Poi gli è scattata quella molla e nel giro di un anno e mezzo è dimagrito di 35 kg.
Da allora continua a mantenere il peso raggiunto con quella che io chiamo "la trilogia della morte": dieta-ginnastica-forzadivolontà. Naturalmente la mia è solo invidia.
Certo adesso lui si piace più di prima (anche se credo che non si piacerà mai totalmente), ma per me non è cambiato niente.
Lui è rimasto sempre lui.
Il profumo della sua pelle è sempre lo stesso.
Il brivido lungo la schiena che parte appena mi sfiora è identico.
E' chimica, non peso.
E' un po' come dire: "Ti piace la Nutella?".
Io amo la Nutella.
Che sia in un bicchiere di vetro o in un bidone di plastica, io amo la Nutella.
Perché allora diamo tanto "peso" al contenitore?

venerdì 23 ottobre 2015

Amici pappagalli

Faccio fatica a stringere amicizie. Tanta fatica.
Conoscenze da chiacchere e risate tante.
Amici zero.
Alcune persone mi considerano loro amica, nel senso che ascolto in silenzio i cazzi loro, empatizzo pure troppo, cerco di dare consigli a volte anche troppo sinceri, c'ho sempre una battuta per tirarli su di morale quando serve.
Ma io non ho amici.
Qualcuno a cui raccontare i miei pensieri più profondi, i miei sentimenti, le mie seghe mentali, i miei sogni.
Sono sempre troppo diffidente. Non mi fido e basta.
Mi sembra che a nessuno interessi quello che passa nella mia testa e nella mia anima.
Quando provo a lasciarmi un po' andare noto tutti i particolari dell'espressione della persona che mi ascolta e nessuno mi sembra veramente coinvolto. E allora me ne sto zitta ad ascoltare gli altri sfogarsi, oppure parlo di argomenti troppo superficiali o la butto a ridere. Conosco i segreti di molte persone, ma loro non sanno nulla di me.
Penso sempre che sono strana, mi dico "Dai cazzo Pat, buttati! Non sono tutti degli stronzi...", ma o sono sfigata (e io non credo alla sfiga) o veramente in giro c'è un livello di superficialità allucinante.
Che a me non basta.
Preferisco starmene così, a parlare con due pappagalli seduta sulla mia poltrona, piuttosto che svendere i miei pensieri a dei presunti amici.

PS: io sarò pure all'ultimo stadio della pazzia, ma a me sembra che i miei pappagalli (Punky e Pinky) mi ascoltino davvero...
Lui è Mister Punky.

lunedì 19 ottobre 2015

Le mie tasche

Stamattina mi sono svegliata con le tasche piene.
Niente soldi, solo qualche vaffanculo non detto.
Mi sento molto appesantita e se non li distribuisco velocemente mi rallentano il passo e i pensieri.
Il primo vaffanculo lo darei tranquillamente a chi, quando gli serve qualcosa, è svelto a comporre il mio numero di telefono.
Ma se poi deve comunicare qualcosa che interessa a me non sa come fare perché io non ho WhatsApp.
MA VAFFANCULO TE E WHATSAPP!!!

Un altro lo darei molto volenteri a chi ha sempre lo smartphone in mano, con gli occhi fissi sullo schermo e ad ogni trillo di sms/fb/twitter/uncolpochenonjepija scatta sull'attenti, smette di parlarti e controlla subito.
Ma quando le mando un messaggio io, mi risponde dopo 28 ore scrivendo "Oh scusa Pat, ho letto solo ora...". Fai più bella figura a dirmi che non te ne frega un cazzo o a non rispondere per niente.
MA VAFFANCULO TE ED IO che ogni volta che hai bisogno di sfogarti sono sempre pronta e a disposizione.

Adesso sto meglio.
Scusate lo sfogo.

giovedì 15 ottobre 2015

La femminilità

A me 'sta storia della femminilità è stata sempre sulle palle  incomprensibile.
Cos'è la femminilità?
Una chioma lunga e fluente?
Un tacco 12?
Una calza velata?
Un vedo non vedo?
Le tette di fuori?
Sculettare come se avessi la sciatica?
Una faccia truccata stile Halloween?

Io sono il cosiddetto "maschiaccio".
Ho i capelli rasati e vesto sportiva.
Piuttosto che parlare di scarpe e vestiti, mi intrattengo in chiacchere da bar con parolacce annesse.
Non mi trucco quasi mai e quando lo faccio è talmente leggero che nemmeno si vede.
I gioielli (diciamo bijoux) mi piacciono, ma poi li indosso poco. Mi appesantiscono, mi impicciano. Per dire, sono sposata da 13 anni ma non riesco ancora a dormire con la fede infilata.
Le borse non mi interessano, le uso solo per non avere le tasche gonfie di oggetti e di solito ne compro una (bancarella forever) che me la faccio durare finchè non si autodistrugge e quindi sono obbligata a comprarne una nuova. Va da sé che non è mai abbinata al look.
Descritta così sembro un cesso.
In realtà io mi sento molto femminile.
Ho la capacità di saper ridere della vita, so rimboccarmi le maniche per ottenere qualcosa, sono forte quando devo risollevare situazioni o persone, sono dolcissima con chi voglio. So essere stronza con chi non ha rispetto, fragile in alcuni momenti. Sono rock, sono sdolcinata, sono ribelle e perché no, anche sexy.
Sono intelligente, sono troppo sensibile.
Sono modesta ;-)
In una parola mi sento "donna".
E se la femminilità è qualcosa di superficiale legato solo al look, allora sono fiera di non essere femminile.

lunedì 12 ottobre 2015

Elogio della pigrizia.

Qualcuno si deve prendere la responsabilità di difendere la pigrizia.
Ma chi l'ha detto che la pigrizia è un difetto? E se non lo fosse?
E' sicuramente un immenso limite se è a livello mentale, culturale, di innovazione.
Ma fisicamente, che male c'è ad essere pigri?
Se uno non ha voglia di camminare/correre/sudare/faticare come dargli torto?
E poi, diciamocelo, un pigro non dà fastidio a nessuno.
Non ti obbligherà mai ad alzarti presto la domenica mattina per fare sport.

Non confondiamo il pigro con il fannullone, sono due cose ben distinte.
Il fannullone non vuole lavorare, ma sa sprecare energie per i cazzi suoi.
La pigrizia è un modo di vivere, è il non sentirsi obbligato a fare mille cose per ritenersi vivo o figo o per compiacere qualcuno.
Il pigro se ne fotte di non piacere e soprattutto si accetta per come è.
Il pigro non si sente "sbagliato", lo fanno sentire sbagliato tutte quelle persone che devono fare per essere o per apparire.
Il vero pigro, giusto per fare un esempio, è quello che mangia una banana al posto della mela perché si sbuccia subito senza coltello. Che il cocomero sarà pure buono, ma devo star lì a sputare tutti i semi.
Secondo me, la pigrizia andrebbe rivalutata.
E magari passare nella lista "pregi".
Ma io, naturalmente, sono un po' di parte.

venerdì 9 ottobre 2015

C'è grossa crisi! (cit. Quèlo)

Ieri mi chiama l'ennesimo operatore con l'ennesima offertissima solo ed esclusivamente per me.
Appena dico 'Pronto' sento il tipico sottofondo del call center.
Alzo gli occhi al cielo, implodo un bestemmione e il mio cervello cerca di elaborare velocemente la scusa che userò per riattaccare.
"Sono in galleria..." potrebbe andare.
"Scusi non posso parlare sono in riunione, potrebbe gentilmente richiamare?"...no questa no, si sente il rumore di piatti e forchette e, a meno che io non faccia una riunione con Cracco e Bastianich, non va bene.
"Pronto....pront...pr..nt...to...no...ento..." sì dai stasera uso questa, penso in un nanosecondo.

"Pvonto, signova Vo...(il mio cognome inizia per R), buonaseva, disturvo?"

Non ci volevo credere...io odio quelli con la erre moscia.
Toh, l'ho detta papale papale, senza tanta diplomazia (strano, di solito è il mio forte!).
Per carità sarà pure un difettuccio a cui nessuno fa più caso, anche se con un mediocre logopedista si risolverebbe abbastanza semplicemente, ma non sopporto quando sento qualcuno che parla con la "evve".
Io sarò pure esaurita ma cazzo, dico, c'hai sto difetto e va bene, ma ti dovevi proprio scegliere un mestiere basato solo ed esclusivamente sulla voce?

Già il tuo lavoro consiste nel rompere i coglioni alla gente, soprattutto a cena, almeno avessi una bella parlantina forse qualcuno potrebbe farsene una ragione.
Ma così non ti si può sentire!!

Non potevi fare l'idraulico che al massimo dicevi "Ecco fatto! Sono 200 euvo senza fattuva"?

Per fortuna c'è la crisi, che ultimamente è la migliore scusa per giustificare qualsiasi cosa.

P.S.: per la cronaca, non sono riuscita a dire niente. Ho chiuso la telefonata e basta. Che cafona!

martedì 6 ottobre 2015

Elogio del "Non lo so"

Riflettevo sull'affermazione "Non lo so".
Tempo fa non mi piaceva, forse perché da giovani era considerato un segno di inferiorità il non conoscere qualcosa.
Non sai qualcosa quindi sei ancora piccolo.
Non sai qualcosa allora non hai studiato, quattro.
Non sai qualcosa, sei stupido.
Ho sempre cercato di non rispondere "non lo so" a qualsiasi domanda su qualsiasi argomento. Preferivo pensare, ragionare e magari cercare di dare qualche risposta sensata.
Conosco molte cose su molti argomenti diversi.
Qualcuno mi chiama (poco simpaticamente) "tuttologa", in realtà sono semplicemente curiosa e ho buona memoria.
Ultimamente mi sembra (manie di persecuzione) che tutti si aspettino risposte da me.
Cosa è quello?... Come si fa questo?... Perché fa così?...
Molte risposte le so, molte le ragiono e alcune le improvviso.
Poi mi è venuta in mente questa frase meravigliosa: NON LO SO!
La sto rivalutando.
In sette lettere si racchiude l'umiltà più semplice, la consapevolezza dei nostri limiti.
"So di non sapere" diceva qualcuno qualche annetto fa, filosofia pura.
Così il "non lo so" si trasforma, me ne vanto e me ne frego se deludo l'aspettativa del mio interlocutore.
Da oggi lo userò anche per svicolare da qualche discussione a cui non voglio partecipare.
Forse smetteranno di farmi domande. Speriamo.