martedì 29 aprile 2014

Il settimo giorno


Oggi è il settimo giorno.
Della mia nuova vita.
Ho deciso di raccontarlo solo oggi perchè mi è sempre piaciuto scherzare con la battuta del film di AldoGiovanniGiacomo "e il settimo giorno Dio creò il cheeseburger!".
Ogni volta che mi trovavo davanti un piatto di qualcosa che adoravo, subito partiva la battuta "e il settimo giorno Dio creò la carbonara!"... "e il settimo giorno Dio creò la zuppa inglese!"... e via così, modificando la frase con un'infinità di cibi extra light.
Volevo anche proporre nel blog di fare un elenco di quello che secondo noi Dio ha creato quel famoso settimo giorno.
Invece eccomi qui.
Sono passati sette giorni.
Dire una settimana sarebbe troppo riduttivo.
Sette giorni descrive meglio la pesantezza di ogni singolo momento trascorso.
Niente poesia, andiamo al sodo. Nudo e crudo, come mi piace essere.
Il mio cuore e la mia pressione hanno deciso di dare un party nel mio corpo senza neanche avvertirmi.
Hanno deciso che volevano provare l'ebbrezza di "andare al massimo".
E ci stanno riuscendo alla grande, brutti bastardi.
Niente di grave (spero), ma ultimamente la mia pressione si è alzata un po', un bel po'. E questo unito al mio cuore che è sempre stato accelerato mi ha fatto preoccupare veramente.
Troppo spesso mi sono nascosta dietro al fatto che sono una persona moooolto ansiosa.
Ho fatto due conti:
sono a metà vita media con un cuore che batte il doppio più veloce di uno normale.
Se la matematica non è un'opinione...
Prima ancora di consultare il medico, ho preso la mia decisione: non voglio stare male.
Ho cominciato subito a mangiare bene e a fare un po' di attività fisica.
Io.
Proprio io.
Quella che insultava allegramente i salutisti, le diete, lo sport.
Non credo a nessun dio, ma se ci fosse sono sicura che si sta divertendo alla grande a vedermi mangiare scondito e fare regolare movimento!
Non si tratta di una semplice dieta, è un modo di vivere.
Che devo ancora metabolizzare, che ancora non mi appartiene, ma che sono sicura mi porterà solo benefici.
E se Dio il settimo giorno avesse creato "la vita salutare"? :-)

martedì 8 aprile 2014

Questa sono io...

Io sono quella a cui piacciono i gerbilli, che chi l'ha detto che per amare i criceti devi avere al massimo undici anni?
Io sono quella che starebbe ore e ore al freddo con gli occhi al cielo a guardare le stelle.
Io sono quella capace di mangiarsi una vaschetta di gelato intera, alla faccia della dieta, e si piace lo stesso anche se rotondetta.
Io sono quella a cui piace ascoltare la musica rock a palla, che ama conoscere le storie dei cantanti e come sono nate certe canzoni.
Io sono quella che ama i capelli cortissimi, che una donna si riconosce da altri aspetti.
Io sono quella che ama le coccole e stare sul divano abbracciata senza parlare.
Io sono quella logorroica, che per raccontare un fatto lo "storieggia" fino allo sfinimento.
Io sono quella che vede il lato positivo di ogni cosa, anche quando non sembra averne neanche uno, di lato.
Io sono quella che si immedesima nelle situazioni altrui, e soffre e gioisce.
Io sono quella che non riesce a fregarsene.
Io sono quella incapace di provare rancore e di smettere di voler bene a qualcuno da un giorno all'altro.
Io sono quella per cui il cibo è amore, gioia, famiglia.
Io sono quella che ama talmente tanto l'ozio e l'inerzia che Garzanti sta cercando una mia foto da inserire nel vocabolario alla parola "pigra".
Io sono quella che ama i pic-nic. Anche a gennaio.
Io sono quella a cui piace fare "confusione", così tanto per fare.
Io sono quella a cui piace Superquark e programmi simili.
Io sono quella che ti manda a fanculo, ma sempre col sorriso in faccia.
Io sono... tante cose, belle e brutte, comprensibili o meno, simpatiche o stronze, infantili o sagge, ma perché lo decido sempre e solo io.
Il resto sono solo chiacchiere.
Sono quello che gli altri vogliono farmi credere di essere.
Ma io non ci casco.

domenica 6 aprile 2014

Bussano

(Il titolo è un omaggio ad una poesia da me molto amata)

C'ho messo un mese per scrivere questo post.
Volevo vedere come si evolveva la cosa.
Diego sono tre anni che pratica pugilato.
Tre anni passati tra fasciature, guantoni e ring.
Sono tre anni che mi prendo le occhiatacce delle altre madri.
Come se fossi una carnefice assetata di sangue che mette in pericolo la propria progenie.
Va a spiegare che in realtà faceva due ore di palestra a settimana (che gli hanno scolpito per bene il fisico), dove l'unico pericolo era quello di inciampare sulla corda per saltare.

Simone gli ha comprato una minimoto.
Non ieri o una settimana fa.
L'ha portata a casa quando Diego aveva più o meno quindici giorni.
E ormai sono due\tre anni che ogni tanto ci fa qualche giro, a dirla tutta senza neanche tanto entusiasmo.
E va a spiegare che la minimoto guidata da un bambino responsabile (e usata con le opportune protezioni) non è più pericolosa di una bicicletta usata da uno scellerato.

Da un po' di tempo avevo visto Diego andare in palestra come un dovere, non un piacere. Fermamente convinta di non dover creare a tutti i costi un campione triste, ne ho parlato prima con Simone e poi con Diego.
Cercando tra i vari sport a disposizione nella zona ed escludendo il calcio (mio figlio è troppo corretto per praticare uno sport così marcio....opinione nostra, siete liberi di non condividere), ci siamo detti: "Proviamo con il rugby!"
Dopo il primo allenamento Diego era al settimo cielo.
Ha ripetuto mille volte "E' una figata fighissima!!" che, detto da lui che non si entusiasma mai per niente e trova difetti in qualsiasi cosa, era già un successo.
In quasi nove anni non l'ho mai visto così euforico.
'Sarà la novità' ho pensato.
E sono stata un po' a vedere come si evolveva la nuova situazione.

E' passato un mese senza saltare nemmeno un allenamento. Nonostante tosse o pioggia.
Anzi, contando le ore che mancavano al prossimo.
Ho imparato a togliere fango da scarpe, maglie, pantaloni, calzettoni ecc..
Ho comprato un paradenti e una palla ovale per la prima volta.
Ho preparato il mio primo terzo tempo.
Ho visto la mia prima partita di rugby.
Ho esultato alla prima meta.


Bussano.
Scusate, devo andare.
Saranno gli assistenti sociali.