sabato 31 dicembre 2016

Un unico proposito...


...non finire a Villa Fastiggi*!!
Scherzi a parte, mai come quest'anno per me vale il detto "Anno nuovo, vita nuova".
Da lunedì inizio a lavorare a tempo pieno.
Grande occasione, bella opportunità, tanta paura.
Di rimettermi in gioco dopo 8 anni (otto anni???!!!).
Di sconvolgere tutti gli equilibri precari della mia vita.
Nuova gestione della famiglia, della casa, degli impegni di Diego.
Non nascondo che questa paura ha assillato la mia mente negli ultimi mesi.
Poi ci si è messo pure il terremoto che ha lesionato la mia casetta in montagna, che è (era) il mio rifugio dal mondo.
Non ho retto e la mia testa ha fatto "TILT".
Mi sono lasciata sopraffare dalla tristezza senza reagire e ho vegetato inebetita per troppo tempo.
Non è da me, ma è successo.
E per uscirne fuori il primo passo è parlarne.
E dove se non qui?
Adesso sto meglio, grazie anche alla pazienza di Simone che mi ha supportato e sopportato con infinita dolcezza.
Ho cominciato a far pace con i fantasmi della mia testa.
La casa è andata, me ne devo fare una ragione.
E il lavoro è una grande opportunità che non posso e non voglio lasciarmi scappare.
Rimugino sugli orari, sugli impegni. Riuscirò ad incastrare tutto? La mia testa mi assisterà o mi lascerà a piedi?
Al solito: troppe domande e poche risposte.
Ma lunedì si aprono le danze.
E io ho voglia di ballare...
Vi auguro un 2017 ricco di belle sorprese!


*Villa Fastiggi è il quartiere di Pesaro che ospita un carcere femminile ;-)

sabato 12 novembre 2016

La cooperativa

Ultimamente sembra che vada di moda rompermi le palle infastidirmi.
Provocazioni su provocazioni, martellamenti e violenze psicologiche.
Finisce uno, comincia un altro.
Credo che a mia insaputa sia nata la cooperativa "ROMPEREAPAT".
Sì è vero che sono stressata (chi non lo è?), più che altro è che i motivi del mio scazzo sono sempre gli stessi e non dipendono da me.
Gli altri mi scagliano addosso le loro ansie, paure, pensieri, problemi.
Forse credono che io abbia la soluzione a tutti i loro mali.
O forse loro si scaricano, ma riempiono il mio sacco che non è nemmeno tanto grande e tracimando tira fuori il peggio di me.
Avrei voglia di stare da sola chiusa in una stanza per almeno dieci giorni, nutrirmi a pizza rigorosamente dal cartone e pure da sdraiata.
Senza contatti con il mondo esterno.
Dormire, riposare, mangiare, respirare.
Nient'altro.
Invece mi ritrovo a pensare a quando potrò avere un'ora libera da passare da sola inebetita sul divano.
Va via qualcuno e puntualmente arriva qualcun altro. Se proprio non si riesce a mandarmi qualcuno fisicamente arriva la classica telefonata rompipalle.
Con un sincronismo perfetto che manco la staffetta 4x100 giamaicana alle Olimpiadi.
Non sono stronza, non sono cattiva.
Ho solo bisogno di respirare.

martedì 11 ottobre 2016

E la stronza sono sempre io...


Ormai c'ho questa etichetta.
Stronza.
Non sempre in senso negativo, per carità.
Come se ci possa essere un lato bello nell'essere stronzi.
Stronza nel senso combattiva, con la situazione in pugno, che non si fa pestare i piedi.
Bello, ma sempre stronza rimango.
Ci stavo quasi facendo l'abitudine.
Se serve prendere il toro per le corna, ecco Pat.
Se c'è bisogno di dire a qualcuno che così non si fa, ecco Pat.
Se c'è bisogno di farsi rispettare, ecco Pat.
Ecco, Pat.
Pat si è rotta i coglioni di essere quella che non è. O almeno non lo è così tanto.
E' che molte persone che mi circondano sono bravissime a tirar fuori il peggio di me.
Mi fanno talmente incazzare, infuriare, o semplicemente mi torturano psicologicamente che esce fuori una brutta bestia che è dentro di me.
Fa comodo a tutti avere quella che fa la stronza al posto tuo.
In qualche libro ho letto una frase che più o meno dice che tutti abbiamo dentro due lupi, uno buono e uno cattivo, dipende da quale decidiamo di nutrire.
Ecco, il mio lupo nero è obeso.
Ma non posso dare la colpa agli altri per averlo nutrito a carboidrati e grassi saturi.
Sono io che ho permesso loro di farlo.
Ho fatto il loro gioco.
Ci sono cascata come una stupida.
Ma non mi fregano più.
Mi dispiace, belli.
Da oggi il mio lupo nero morirà di fame.
GAME OVER!

giovedì 6 ottobre 2016

Come sarebbe facile crescere figli mediocri...

Questa riflessione viene dai post della Puff e da questi ultimi mesi di mia esperienza personale.
Diego ha undici anni, nell'ultimo mese ha cambiato scuola (adesso è alle medie) e squadra di calcio (per comodità).  E' stato una settimana a Malta in vacanza-studio, lui che non aveva mai dormito una notte fuori casa nemmeno dalla nonna.
Quindi tempo di cambiamenti, nuove amicizie, nuovi professori, nuovo allenatore e nuove esperienze. Io sinceramente era un po' preoccupata, ma come al solito mi ha stupito. Ha affrontato tutto con una maturità e una naturalezza che gli ammiro. E naturalmente ci sono stati dei momenti di difficoltà.
"Quel prof non è tanto simpatico..."
"L'allenatore è troppo severo..."
"Ma Pinco non diceva di essere mio amico?"
E io lì ad ascoltare lamentele su prof. e allenatore, amici più o meno veri.
Tantissime ore passate a consolarlo, spronarlo, farlo ragionare, dargli ragione e il più delle volte dargli torto.
Perchè non è dandogli sempre ragione che lo farò crescere bene, perchè difenderlo sempre a prescindere è sbagliato.
Cerco di insegnarli tanti bei principi, trasmettergli tanti bei valori.
O almeno ci provo.
Vorrei solo che capisse le sue grandi qualità e che imparasse a rispettarsi e a farsi rispettare.
A capire che non sempre il mondo è un bel posto e non sempre le persone sono carine e simpatiche, ma che dipende da lui come li vuole affrontare.
A non scappare mai dalle situazioni, ma affrontarle a testa alta.
Ecco... fare questi discorsi con un undicenne, per di più molto sensibile, non è per niente semplice. Significa avere pazienza, taaaanta pazienza.
Significa usare la dolcezza e la comprensione, ma nello stesso tempo spronarlo a reagire.
Significa litigare perchè non gli do ragione, perchè mi ci metto pure io a complicare le cose.
Significa musi lunghi e pianti.
Significa mettersi in discussione come persona, come metodo di educazione.

E a questo proposito mi è venuto in mente:
"Ma quanto sarebbe facile crescere un figlio mediocre?"

"Mamma l'allenatore è troppo severo, mi ha anche ripreso mentre facevo un esercizio!"
"Cosa? Che stronzo!! Come si permette??? Se continua così cambiamo squadra!!!"

"Mamma la prof mi ha corretto una parola sulla verifica, ma l'avevo scritta bene! Mi ha detto che la prossima volta devo imparare a scrivere meglio!"

"Che troia la prof! Ma adesso non ti preoccupare ci vado a litigare e sistemo tutto"

Tre minuti e tutto sistemato.
Nessuna litigata. Nessuna discussione lunga ore.
Un figlio mediocre senza muso lungo. E pure contento.

lunedì 8 agosto 2016

Quando vai in ferie?


Succede che è agosto.
Sei in ferie? E quando vai in ferie? E il mare? Quando vai al mare? E in montagna? Quando vai in montagna?
Succede che ho ricominciato a lavorare.
A luglio.
Che per una che sta "a spasso" da diversi anni è una manna dal cielo.
Faccio quello che mi piace, nel modo in cui mi piace, con persone che mi piacciono, a 100 m da casa mia.
Pure part-time.
Praticamente dovrei pagare io per fare questo lavoro...
E allora, di che mi lamento?
Semplice: della gente che continua a preoccuparsi di quando andrò in ferie.
Ecco, adesso respiro e cerco di non dire troppe parolacce...
Ma porca di quella troia maiala, sono sette anni che sto in ferie forzate!!! Mi sembra che mi sia riposata abbastanza, no??? Ogni volta rompete i coglioni con 'sta crisi, con il lavoro che non si trova, con le ditte che chiudono...Io vi dico che ho trovato lavoro (pure senza cercarlo) e voi vi preoccupate che passerò agosto a lavorare???
Fatemi un grosso piacere:
andate a fanculo!!
Voi, agosto e le ferie.
E scusate i francesismi.


venerdì 8 luglio 2016

La cazzata della prova costume

Vivo a 10 km dal mare, quindi la mia prova costume in realtà comincia con i primi caldi.
Che può essere giugno, ma anche fine aprile.
E non è giusto, perché chi vive in città e il mare lo vede solo una settimana ad agosto ha più tempo per prepararsi.
Io praticamente posso permettermi di essere ciccia bomba e cellulitica solo per i mesi invernali.
E non è mica facile.
Scherzi a parte sapete cosa penso realmente della prova costume e di queste stronzate in generale.
Ma ieri sera ho visto per l'ennesima volta la pubblicità delle compagnie telefoniche.
Orde di ventenni magre, toniche, col culo di marmo e le tettone all'insù. Ecco se io non vivessi vicino le spiagge penserei che se metto piede sul bagnasciuga farei la figura del cesso di turno a presentarmi in mezzo a quelle strafighe con il pareo che mi copre il culone (ndP: io sta cosa del pareo non l'ho mai capita, se c'hai il culone si vede anche se coperto dal tendone del circo...mah).
Ecco... la pubblicità mina la nostra autostima, ci fa vedere una realtà che non esiste.
Se stamattina andassi in spiaggia troverei nell'ordine:
- le anziane signore che passeggiano con l'acqua fino ai polpacci per le vene varicose, tutte intente a sparlare delle loro vicine di casa che chissà perché hanno sempre una figlia mignotta o un figlio spacciatore.
- Neo mamme con passeggino, piscinetta, secchiello, ombrellone, ventinove cambi, frigobar, bombe a mano e trick e track. Che anche se hanno dieci chili in più non si vede tanto sono sommerse di cose.
- Quarantenni che ancora non hanno saputo che i venti sono passati da un bel po', anzi sono raddoppiati. E continuano a mettere il tanga della stessa misura e dello stesso colore. Beata innocenza.
- Uomini e donne di tutte le età e di tutte le taglie. Alcune assomigliano veramente a quelle della pubblicità, ma, credetemi, sono la minoranza.
Vorrei lanciare un appello ai pubblicitari: lo so che il bello vende, è la dura legge del mercato.
Ma chi l'ha detto??
Fatevi un giro sulle nostre spiagge e per una volta, solo una eh, mostrate in tv la realtà.
Che non è poi così schifosa come sembra. :-)
Intanto vi lascio con il video di quella che reputo una delle migliori pubblicità di sempre...

venerdì 1 luglio 2016

Terzo giorno

Decidere le ultime tre citazioni è stato veramente difficile.
Solo tre????
Questo giochino mi è piaciuto veramente tanto e mi dispiace che finisca oggi.
Infinite frasi fanno parte del mio quotidiano, da "la madre degli imbecilli è sempre incinta" che pronuncio almeno una volta giorno a "sono tutti finocchi col culo degli altri", passando per "solo gli stupidi non cambiano mai idea".
Ma devo sceglierne solo tre.
Eccole...


"Un giorno senza sorriso è un giorno perso"
(Charlie Chaplin)

"If you can dream it, you can do it"
(Walt Disney)

"Ama e fa ciò che vuoi"
(Sant'Agostino)

Continuiamo ancora per qualche altro giorno??

giovedì 30 giugno 2016

TLDILC alias QC parte 2

Rieccomi, pronta per il secondo giorno.
Oggi voglio ricordare quelle citazioni che hanno accompagnato la mia vita nei momenti non bellissimi (perché scrivere 'di merda' sembrava brutto).

"Non può piovere per sempre"
(Il corvo)

"La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia"
(Mahatma Gandhi)

"Beati monoculi in terra caecorum"
(e questo non poteva mancare!)

Avevo promesso qualcosa di colto... ahahahah!!
Dai, domani ci riprovo... ;-)

mercoledì 29 giugno 2016

"Te la do io la citazione" alias "quote challenge"

Allora...non ci capisco tanto delle catene di sant'Antonio dei blogger.
Un po' le schifo pure.
Ma questa è carina e quindi partecipo molto volentieri.

Intanto ringrazio Vedetta (che non c'ha manco un blog...Vedetta dai esci allo scoperto e facci sapere un po' di cavoli tuoi) per aver pensato alla sua vecchia cara e sciatta Pat... :-D

Il giochino dovrebbe essere semplice pure per una senzadiofuoridalmondo come me...
Ecco le regole:
3 giorni
3 citazioni per giorno
3 inviti a partecipare per giorno.
Ce la posso fare.

Intanto nomino chiunque voglia giocare. Senza impegno.

Primo giorno dedicato ai film e soprattutto alle cazzate (che poi, diciamocelo, ho un master in questo)

"Io non sono cattiva. E' che mi disegnano così"
(Jessica Rabbit in "Chi ha incastrato Roger Rabbit?")

"Sei solo chiacchere e distintivo! Chiacchere e distintivo!"
(Gli intoccabili)

"Il settimo giorno Dio creò il cheeseburger"
(Aldo, Giovanni e Giacomo)

Vedetta lo so che sei pentito di avermi nominato :P.
Dai...domani ti prometto qualcosa di colto! ;-)



venerdì 10 giugno 2016

Cosa non mi mancherà delle elementari

Tre mesi ogni anno per decidere se il nastro per il vestito della recita sia meglio blu notte o blu cobalto. Se la stoffa sia meglio quella tessuta a mano dai pastori transumanti dell'Uruguay o quella tessuta dalle donne ugandesi in menopausa.
Ma la stoffa che vendono nel negozio sotto casa no??? Quella da due euro al metro???
Tre mesi di seghe mentali per tre minuti di balletto.

I regali per le maestre. Non tanto per i soldi, che alla fine non erano chissà che cifra. E' le idee balorde che venivano fuori. Non doveva essere niente di "confezionato" e banale. Solo ed esclusivamente idee originalissime assemblate a mano dai genitori.
Maestre, sappiatelo, non ho mai visto un vostro regalo. Però l'ho sempre pagato.

Il mio telefono peggio del centralino di un call center di Bombay. Perché Diego, in quanto bambino bravo e diligente, sicuramente avrà scritto bene i compiti che qualcuno puntualmente ha dimenticato di segnare. Convenevoli finti e infiniti di mamme scusanti. Tutti i giorni. Tutti i santi giorni. Dalle medie ognuno il suo telefono e via pedalare.

Il mercatino di Natale fatto dai genitori. Oggetti handmade orribili. Palle per l'albero fatte con qualsiasi materiale esistente, dal banale cartoncino al plutonio. Sgangherati bambinelli che bestemmiavano dalla vergogna.
Soldi per comprare il materiale, soldi per comprare il prodotto finito che 'non vuoi aiutare le casse della scuola?'.
Per fortuna le mie capacità manuali sono state subito apprezzate e mi hanno fatto fuori dal gruppo del bricolage già in prima. Grazie Signore grazie.

I discorsi fatti all'uscita di scuola nell'attesa della campanella. La proclamazione della "Mamma migliore del giorno" in base a chi sapeva esattamente i compiti e le pagine da studiare per quella mattina. Ho smesso di controllare i compiti a Diego già in prima. Va da sé che il trofeo non l'ho mai portato a casa.

Le canzoni demenziali. Ok l'ora di musica. Ok che sono bambini.
Non pretendo che cantino gli AC-DC o Iron Maiden.
Ma a undici anni "La tarantella della mozzarella" o " Il tortellino nonricordocosa" ANCHE NO.

lunedì 6 giugno 2016

Lacrime di coccodrillo



E giù tutti a piangere.
Mamme con gli occhi gonfi come se i loro figli stessero per partire per la guerra.
Bambini come fontane che si asciugano lacrime sui grembiuli, che da ora in poi verranno utilizzati per pulire i vetri (i grembiuli, non i bambini of course).
Video finale con foto, canzoni e frasi.  A confronto Maria De Filippi è una dilettante.
Abbracci e saluti strazianti.

Troppe lacrime le ho viste finte.
Esagerate.
Cercate e volute.
Come se piangere facesse parte dello spettacolo.
Come se funziona così e basta.

Ho visto compagni che si sono insultati e odiati per tutti e cinque gli anni, dirsi che si mancheranno tantissimo.
Sfortuna vorrà farli ritrovare nella stessa classe alle medie e ricominciare ad odiarsi.

Mamme che si sono sputate veleno senza pietà, abbracciarsi e dirsi: "Mi raccomando, teniamoci in contatto!".

Gli unici che non piangono?
Io e Diego.

Anzi, siamo felicissimi.
No, non siamo insensibili.
E' che sinceramente ci chiediamo: "Ma che cazzo c'avete da piangere??"
Viviamo in un paese di nemmeno ventimila abitanti, praticamente so a che ora vanno a pisciare uno per uno.
Tutti i bambini andranno nella stessa scuola media.
Sicuramente non nella stessa classe, ma ci sono nove classi in tutto, tra prima seconda e terza.
Per non vedersi bisognerebbe essere ciechi.
La scuola è finita venerdì e già oggi erano al solito campetto per il solito pomeriggio all'aperto.

Siamo strani noi?
Per fortuna!!

martedì 24 maggio 2016

La mia vita con lo smartphone

Ebbene sì, mi sono piegata ed ho seguito la massa.
Adesso anch'io ho uno smartphone.
E, naturalmente, Whatsapp.
A mia parziale discolpa posso dire che ho "dovuto" farlo in previsione della vacanza studio che Diego farà a Malta (ma questo è un altro discorso).
Quando anche le mie compagne (età media 70 anni) di ginnastica chiacchieravano di messaggi e foto scambiate su facebook e whatsapp, mi sono sentita veramente fuori dal "giro".
Comunque, da tre giorni sono ufficialmente entrata a far parte della massa.
Ecco come è cambiata la mia vita.


E' ingombrante, fastidioso.
Il mio vecchio telefono era piccolissimo.
Per dire: quando non avevo tasche me lo infilavo nel reggiseno.
Ora dovrei essere Pamela Anderson per poterlo ancora fare.

La seconda telefonata che ho fatto è durata mezz'ora.
In realtà ho parlato per due minuti, poi non ho chiuso la chiamata. Me ne sono accorta mezz'ora dopo. Questo mi terrorizza.
Non per i costi.
La maggior parte delle mie conversazioni si chiude alla maniera di Bisteccone Galeazzi.
"Oh ciao, ci sentiamo mi raccomando!"
Click.
"Ma vaffanculo va".
Ecco... adesso il problema è quel click

Ci metto dieci minuti per scrivere un messaggio.
Ho il forte sospetto che la tastiera touch screen mi prenda per il culo.

La batteria dura il tempo di una scorreggia.
Prima ricaricavo ogni 3-4 giorni, adesso vado in giro a cercare prese della corrente come un drogato cerca un pusher.

Whatsapp mi ha aperto un mondo.
Di merda, aggiungerei.
Ci sono persone che non sento da anni che mi hanno scritto felicissimi di trovarmi lì.
Faccine piene di cuori e baci.
Mi chiedo: ma se mi vuoi così tanto bene e sei felice di sentirmi, per quale cazzo di motivo non mi hai mai mandato un messaggio in dieci anni? Per risparmiare 400 lire?

Per adesso ho fatto outing solo con il direttivo della società di rugby, che prontamente mi hanno inserito nel loro gruppo.
E niente, praticamente è un lavoro.
E sono solo in un gruppo.
A scuola continuerò a portare il mio vecchio telefono.
Se fate la spia potrei uccidervi.

sabato 7 maggio 2016

Sono io?

Alla prima provocazione rispondo educatamente con gentilezza e pazienza, anche con un accenno di sorriso.
Alla quinta provocazione rispondo educatamente spazientita, con lo sguardo perplesso.
Alla decima provocazione ti chiedo seria se per caso hai voglia di litigare o semplicemente ti diverti a farmi arrabbiare.
All'ennesima provocazione sbotto, ti mando a fanculo in tutte le lingue del mondo, con lo sguardo assassino e la pressione che sale alle stelle.

NO, non ho il ciclo. IO.
NO, non sono stressata. IO.
NO, non sono malata. IO.
NO, non sono matta. IO.
NO, non voglio vivere isolata dal mondo. IO.
NO, non credo che siano tutti sbagliati. IO.

SI, hai rotto i coglioni. TU.

Per me è semplice.
Oppure sono io?

martedì 26 aprile 2016

Una giornata meravigliosa

Sveglia presto per poter arrivare con il giusto anticipo, tipico degli ansiosi.
In barba alle previsioni che promettevano acqua, il tempo è stato soleggiato.
Una bella città che merita di essere visitata.
Un'accoglienza da star al Campus dell'Università.
L'ospitalità vera che fa parte del DNA.
Ragazzi da tutta Italia che mi hanno fatto vedere il futuro attraverso occhiali verdi di speranza.
Un pranzo a buffet che la regina Elisabetta se lo sogna.
Un'aria di gioia che si respirava a pieni polmoni.
La soddisfazione di essere arrivati fino a lì.
E poi, completamente inatteso, il terzo posto.
Il salto di Diego sulla sedia.
La medaglia al collo indossata con orgoglio per tutta la città.
Le mie mani che tremavano mentre scattavo le foto.



La felicità sui volti di chi ha ottenuto risultati con l'impegno e il cervello, cosa purtroppo ormai rara.
Una giornata meravigliosa.

Ps: se ve lo state chiedendo...Sì, sto ancora gongolando! :-)

venerdì 15 aprile 2016

Spero che il mondo sia pieno di drogati

Sempre più spesso mi capita di sperare che il mio interlocutore sia drogato.
Non riesco a trovare nessuna altra scusa a certi ragionamenti.
Mi sento in imbarazzo a dover spiegare il mio punto di vista che, secondo me, è talmente semplice e naturale da non aver bisogno di tante parole. Ma probabilmente non è così.
Certi ragionamenti sono talmente assurdi che mentre li ascolto mi guardo in giro per vedere se sono vittima di una candid camera. E purtroppo non esce fuori mai una telecamera nascosta.
Mi chiedo se davvero certa gente pensa quello che dice o, semplicemente, si è fuso un collegamento con il cervello e non si sono accorti.
E qui mi passa per la mente la droga.
Pesante e sintetica.
Tagliata male.
Scie chimiche.
Tutto.
Pur di non pensare che quello che ho davanti sia un idiota patentato.
Un deficiente a piede libero.
Insomma, un vero coglione.
Drogato.
Spero solo che sia drogato.

martedì 22 marzo 2016

Condividere le cose belle

Già di mio faccio fatica a condividere le mie emozioni con gli altri.
Ho sempre il sentore che alle persone non freghi un emerito niente della mia vita, dei miei sentimenti e delle mie sensazioni.
Difficilmente parlo con le persone dei fatti miei.
Certo, detto da una che da diversi anni scrive i cazzi suoi su un blog, non è tanto credibile.
Invece è così.
Nel blog riesco a scrivere le minchiate che mi fanno sorridere, ridere o arrabbiare.
Mi serve da valvola di sfogo quando non riesco a trattenere la rabbia.
Ma ho fatto caso che difficilmente scrivo delle cose belle che accadono nella mia vita.
Mi sto chiedendo il perché.
Qualche bravo psicologo potrebbe impostare un convegno su questa cosa...
Se mi capita qualcosa di bello ho quasi paura a dirlo, figuriamoci a scriverlo. Non vorrei essere fraintesa e passare per quella che si vanta.
Sapete la compagna "smorfiosetta" delle elementari? Dai tutti ne abbiamo avuta una così.
Quella de "Il mio è più bello del tuo!!" con la cantilena che per la prima volta ha fatto uscire il serial killer che abita in ognuno di noi.
Ecco la mia mente pensa a questo (si accettano numeri di bravi psicologi, grazie).
E se invece volessi scrivere di qualcosa di bello?
Non per vantarmi, ma per condividere con chi legge la mia felicità?
Secondo me è anche giusto.
Avete letto sempre i miei sfoghi, mi avete sopportato e supportato spesso.
Oggi ho voglia di raccontarvi questo.
Diego ha partecipato alle Olimpiadi di Problem Solving.
Fino a qualche mese fa non sapevo neanche dell'esistenza di queste competizioni, poi un giorno il suo maestro di matematica mi ha detto che aveva fatto il suo nome per la squadra della scuola.
Ha partecipato dapprima alle gare interne dell'istituto, ottenendo sempre ottimi punteggi. E poi è entrato nella squadra ufficiale della sua scuola, hanno gareggiato per la finale regionale e ieri sono usciti i risultati.
E ve lo voglio dire: la sua squadra è in finale nazionale!
Sono orgogliosa e felice.
Non mi importa dei punteggi e delle classifiche, ma la sua soddisfazione mi riempie di gioia.
Sono contenta che abbia potuto fare questa bellissima esperienza, che venga apprezzato anche da altri e che il suo valore venga riconosciuto. Non è forse quello a cui tutti puntiamo?
Lui è molto riservato, nasconde la felicità come se fosse una colpa.
Non so perché, comunque lo preferisco a quelli che si vantano con chiunque.
Ma si percepisce che è orgoglioso di se stesso.
Ho ricevuto le chiamate dei maestri e pure della bidella che gli facevano i complimenti.
Che dire...sto gongolando alla grande!!
Dai...gongolate con me!! :-D

giovedì 10 marzo 2016

Il venerdì

La dieta procede, sto a meno cinque chili, un terzo del viaggio.
Ancora ho l'entusiasmo di chi parte zaino in spalla e crede che cuore, testa e gambe possano portarlo ovunque.
So che il brutto del viaggio deve ancora arrivare.
Quando quello zaino mi sembrerà pesantissimo, quando le mie gambe sembreranno cedere, quando il mio cervello si domanderà il perchè e quando il mio cuore dirà fanculo a tutti.
Ancora procedo, spinta dai risultati ottenuti fino qui.
Quando poi sarà più difficile...vedremo.
Ho deciso che il mio motto è: STEP BY STEP.
Contro ogni pronostico la ginnastica per la schiena mi sta piacendo parecchio. Le mie compagne di corso (35-75 anni) meritano un post a parte. Sono sciolta, rilassata e non ho più dolori. Vi pare poco??
A questo entusiasmo si è aggiunto anche quello per il venerdì, che è sempre stato il mio giorno preferito.
Pure più del sabato di Leopardi.
Quando lavoravo era il giorno in cui poteva accadere di tutto, poteva crollare pure il mondo ma "chissenefregaèvenerdì!".
Da quando sto a casa questo giorno ha perso un po' del suo significato.
Non mi alzo più urlando in faccia a chiunque "E'VENERDIIIIII'!!!".
Per me è praticamente uguale.
Detta così mi faccio molta tristezza da sola.
Comunque...
Ho scelto il venerdì per mangiare la pizza, unico sgarro nella mia dieta salutista.
Abbiamo trovato una pizzeria che fa una buona pizza al piatto.
Ogni venerdì la ordino, Simone e Diego la passano a prendere e ce la mangiamo direttamente dal cartone. Quindi neanche mezzo piatto da lavare.
Questa per me è la felicità.
E finalmente posso ritornare ad urlare con tutta la gioia in corpo:
domani E' VENERDIIIIIII'!!!!

venerdì 19 febbraio 2016

Obiettivo gatto

Ultimamente scrivo poco.
La mia mente è concentrata altrove.
Deve essere concentrata altrove.
Mi spiego meglio: sono tre mesi che un dolore all'addome non mi lascia in pace.
Ho fatto tutti gli esami possibili, la mia mente ha vagliato mille paranoie catastrofiche, mi sono lamentata con la mia famiglia fino allo sfinimento (loro).
Conclusione: il dolore non si è ben capito da dove venga, ma il responso di tutte le visite è stato unanime. Ho l'artrosi ad un'anca, i miei muscoli sono inesistenti (dai diciamo poco allenati), sono sovrappeso.
A parte l'artrosi, il resto lo sapevo benissimo da sola senza interpellare luminari da 100 euro a botta. Polemiche a parte, mi devo dedicare a me stessa, al mio corpo (e anche alla mia mente).
Ho cominciato la dieta e la ginnastica.
Non riesco nemmeno a fare battute su questo.
Per me questo cambiamento è sofferenza.
Ho sempre sostenuto la buona tavola e la pigrizia.
Ho sempre praticato la buona tavola e la pigrizia.
Ma ho dovuto smettere, perché se mi ritrovo così a 36 anni, posso solo peggiorare.
E non voglio.
Il percorso più difficile in questi mesi è avvenuto nella mia testa, che rifiutava l'idea di dover cambiare stile di vita.
E' stato difficile e pesante.
Lo scrivo solo adesso perché credo di aver fatto pace con le mie seghe mentali la mia testa.
Ho deciso di cambiare.
Prima di tutto per me. E poi anche per la mia famiglia, che si merita una versione di Pat efficiente e funzionale.
Da dieci giorni la mia vita è radicalmente cambiata.
Perché così devono essere i cambiamenti, radicali.
Sennò lasciano sempre la porta aperta alle vecchie e cattive abitudini.
Faccio ginnastica quasi tutti i giorni e mercoledì inizierò un corso di ginnastica tenuto dal mio fisioterapista (sempre sia lodato!) due giorni a settimana.
Da sola non ce la posso fare e non mi vergogno a chiedere aiuto a chi è esperto.
Simone, dopo anni di insulti da parte mia per la sua fissazione con la dieta, mi è molto vicino. Mi sostiene e mi consiglia.
E' l'amore mio.
Per spronarmi mi ha promesso un regalo.
Niente vacanze, vestiti, borse o scarpe.
Se perdo 15 kg mi regalerà un gatto.
Sa quanto amo questo animale e che è l'unica cosa che mi possa realmente non far mollare.
So quanto gli sia costata questa promessa, ma ha dimostrato ancora una volta di conoscermi bene. Ad oggi ho perso due chili e mezzo.
Diego mi incoraggia a modo suo.
Tipo l'altra sera quando mi ha detto:
"Mamma, per quando tu avrai perso 15 kg i gatti si saranno estinti!".
Lui sì che è un vero motivatore! :-D

giovedì 4 febbraio 2016

Le belle persone

Le belle persone esistono.
Non saranno sempre belle fuori, ma ci sono.
Troppe volte sono nascoste dall'orda di stronzi che li circonda, ma sono lì. Non fanno il chiasso delle brutte persone, se ne stanno calmi e tranquilli e ti regalano un sorriso, una battuta o solo un'alzata di ciglia che ti mette di buon'umore.
Io sono una sociopatica che si lamenta sempre degli altri, che fa fatica a stringere amicizie profonde, che è impossibilitata a raccontare i cazzi suoi a sconosciuti. A me capita spesso di ascoltare persone quasi sconosciute che mi raccontano tutti i cazzi loro e della loro famiglia e si aprono con me come se ci conoscessimo dall'asilo...e poi sono sempre io quella strana...
Comunque, dicevo, a volte mi dimentico che le persone belle esistono.
E si nascondono nei posti più impensati.
Ieri, per esempio, sono andata a fare compere con mia madre e passando davanti ad un McDonald ci siamo fermate a fare colazione.
L'addetto al bar l'avevo già visto altre volte, lavora lì da più di tre anni. Non è il classico studente lavoratore.
Avrà cinquant'anni.
Erano quasi le undici, lui aveva iniziato il suo turno alle sei.
Ordino i miei cappuccini e lui mi fa: "Facciamo una sorpresa alla mamma?".
Lo guardo stupita e non capivo cosa volesse fare.
"Come vi chiamate?" mi chiede.
Gli dico i nostri nomi e lui li scrive sulla schiuma del cappuccino con il topping al cioccolato.
Ecco, potrebbe sembrare una cazzata, ma quel gesto mi ha riempito di gioia. Questo tipo sono cinque ore che prepara caffè e cappuccini per pochi soldi e per troppi giorni a settimana, ma è riuscito a mettermi in faccia un sorriso che mi è durato tutto il giorno.
"Sei meraviglioso!" è stata la mia risposta e l'ho ringraziato di cuore.
Queste per me sono le belle persone.
E ce ne sono tante in giro.

venerdì 29 gennaio 2016

MA COSA VOGLIO?

DEVO fare...
DEVO prendere...
DEVO preparare...
DEVO spedire...
DEVO portare...
DEVO muovermi...
DEVO andare...
DEVO pulire...
DEVO ricordare...
DEVO cucinare...
DEVO dimagrire...
DEVO pagare...
DEVO stirare...
DEVO sistemare...
DEVO CAMBIARE

martedì 19 gennaio 2016

Basta giustificazioni

Odio i buoni propositi perché sono consapevole che non riuscirò mai a portarli a termine.
L'unico che mi sono prefissata e che già sto mettendo in pratica è: BASTA GIUSTIFICAZIONI.
Ho il pessimo vizio di giustificare tutto e tutti. Di carattere sono così, cerco spiegazioni e motivi per giustificare gli altri.
Mi hai risposto male? Forse hai avuto una giornata pesante e sei stanco.
Non hai risposto al mio messaggio? Magari eri super impegnato in qualcosa di vitale importanza.
Mi hai trattato di merda? Ti capisco, hai avuto un'infanzia difficile.
Balle.
Tutte balle.
Io mi immedesimo nella vita degli altri, provo a mettermi nei loro panni, a cercare di ragionare con la loro testa, solo per giustificarli. Faccio dei trip mentali per poter psicoleggiare la mente contorta di certe persone.
Questo mio difetto, perché di difetto parliamo, me lo ha fatto notare Diego.
Tutto è cominciato quando una persona a cui lui vuole bene, si è comportata male nei suoi confronti.
Ne abbiamo parlato insieme, come sempre. Ed io ho cominciato a dare giustificazioni a quel brutto comportamento. E più parlavo e più lui smontava le mie ipotesi. E aveva ragione da vendere. Dopo mezz'ora di chiacchere campate per aria mi sono sentita una povera stupida e gli ho detto:"E' una stronza!! Quella persona è semplicemente una stronza!! Lo so che ti ha deluso e mi dispiace, ma non possiamo cambiare le azioni degli altri. Possiamo solo prenderne atto e poi regolarci di conseguenza. Ma la cosa positiva è che tu adesso hai un vantaggio: conosci davvero quella persona. E la conoscenza ci rende liberi.". Diego ha sgranato gli occhi, forse si aspettava altre mille giustificazioni. E invece ha capito perfettamente quello che intendevo.
Troppe volte giustifico e capisco. Basta. A volte, quasi sempre, la risposta a certi comportamenti è palese: certe persone sono semplicemente Stronze con la S maiuscola!
Da quell'episodio di Diego ho cominciato a lavorarci e mi sento più serena. Non mi faccio più tante seghe mentali per persone che non lo meritano. E' un modo completamente diverso da quello che credevo fosse il mio carattere.
Ma, come buon proposito, voglio smettere di perdere tempo a giustificare e sentirmi finalmente libera.

mercoledì 13 gennaio 2016

Devo smettere di sputare in aria


Dopo il post su Star Wars, ecco cosa è successo...

Diego non faceva altro che parlare di spade laser, Morte Nera, Dart Fener che in realtà è Dart Vader, Obi Wan qualcosa (ringrazio Youtube per il materiale messo a disposizione limortacci).
Cosa facciamo l'ultimo giorno dell'anno?
Con l'asocialità che ci contraddistingue niente feste per carità.
Niente cenoni a base di piatti dai nomi improponibili e poi ti ritrovi a mangiare lenticchia (lenticchia, si chiama semplicemente e fottutamente lenticchia!!!).
Niente trenini e Brigittebardotbardot...
Cosa facciamo allora?
Cinema!!!
Alternativo, molto alternativo.
E cosa andiamo a vedere di alternativo??
...STAR WARS...
O_o
Volevo buttarmi a terra a fare i capricci come i bambini, ma poi ho capito che era l'unico film che poteva far stare seduto Diego per due ore.
Al cinema eravamo in undici (compresi noi tre), undici soggetti con evidenti disturbi sociali.
L'unica cosa positiva della serata è che avevo una tosse da ricovero immediato, che al cinema sicuramente ti cacciano a calci in culo. Ma visto che i dialoghi sono sei minuti in due ore di film, ho potuto tranquillamente sputare bronchi approfittando dei rumori assordanti delle battaglie e non disturbando nessuno. Almeno quello.

Dopo l'avventura del cinema credevo che almeno ci avremmo messo una pietra sopra a questa saga. E, tanto per cambiare, mi sbagliavo.
L'ultimo episodio ha acceso in Diego il desiderio di vedere quelli precedenti.
Ecco ti pareva.
E basta una telefonata a mio fratello (amante dei film e collezionista di dvd) che nel giro di due ore arrivano tutti i dvd della saga.
Che poi il primo in realtà è il sesto (o il quarto?), il quinto è il primo (o l'ultimo?)...comunque sia Diego ce li ha fatti vedere random in modo da confonderci ancora di più, tanto lui era stato preparato da Youtube e dai suoi amici.
Me li sono dovuti sorbettare tutti perché "Che non ti vedi un film insieme alla famiglia durante le vacanze natalizie??" Allora vai con la Maratona Star Wars.

Oggi ho toccato il fondo.
Ho comprato a Diego il costume per carnevale.
Da Dart Vader.
Lui è felicissimo (echevelodicoafare).
Così adesso mi ritrovo per casa un tipo tutto nero, con una maschera antigas in faccia, che respira come se avesse l'asma (e non fa ridere perché Diego ci soffre veramente) a cui puntualmente offro un puff di Ventolin.

Tralascio tutte le ripetizioni di Diego su storia e personaggi.
Tutti gli attacchi subiti con la spada laser.
Tutte le volte che sono stata strangolata con la forza del pensiero.

CHE LA FORZA SIA CON VOI!

martedì 12 gennaio 2016

Il tuo profumo

Sono anni che lo cerco, ho provato anche a chiedere alle commesse e tutte mi guardavano come se fossi l'ultimo dinosauro.
Mi dicevano che "è una vita che non lo fanno più, ormai ci sono quelli nuovi...". Ho smesso anche di cercarlo.
Mi ero rassegnata a non poterlo sentire più.
Il tuo profumo.
L'unica cosa veramente in grado di spegnere il mio cervello e percorrere dei vicoli della mia anima che non credevo nemmeno di avere.
L'avevo preso come un segno del destino, 'Basta Pat, non ci devi pensare più, devi andare avanti'.
E così ho fatto. Sono andata avanti.
Dopo ogni giornata buia mi vieni a trovare nei miei sogni, come a farmi capire che tu mi pensi e mi sei sempre vicino. E non ti rendi conto di quanto questo mi faccia bene.
Ma il tuo profumo era un'altra cosa.
Era come se tu attraversassi di colpo tutte le mie cellule per poi esplodermi nel cuore. La migliore droga del mondo.
Ieri è stata una giornata un po' particolare, di quelle in cui avresti voglia di buttare tutto a puttane e chissenefrega.
Faccio un giro per calmarmi.
Già che ci sono mi fermo a comprare i detersivi, tanto per distrarmi.
E cosa vedo sullo scaffale in bella vista?
Il tuo profumo.
Quello che doveva essere fuori produzione da mille anni.
O forse lo è, ma in questo negozio vendono anche i reperti archeologici.
In mezzo alle mille incazzature, appena l'ho visto il primo istinto è stato sorridere.
Sei riuscito ad essermi vicino anche se non dormivo.
Sono stata avvolta dalla tua tenerezza, come i tuoi abbracci e i tuoi baci che non potrò mai dimenticare.
Ho pensato di comprarlo.
Invece non l'ho neanche annusato.
Ho avuto paura.
Che fosse troppo bello per essere vero.
Thank you. Forever.